Le settimane dell’abbandono alla terra e la resa all’acqua a Palawan, hanno il sapore di San Vicente, Boayan Island e Port Barton, tra spiagge paradisiache nascoste e pranzi in famiglia local.

Del nostro arrivo a Palawan ne ho scritto in questo post, Palawan: cosa vedere nell’isola bella delle Filippine, partendo con un’agenda da viaggiatrice del tutto bianca. Qui, invece, racconto alcune sensazioni molto forti che mi hanno trasmesso San Vicente, con Boayan Island e Port Barton.

noi in barca

Giornate selvagge, esce lo spirito animale dell’adattamento, delle tre me, Lucia: satellite femminile fra quattro alfa. Sto molto in silenzio e osservo, “Il frutto della pace è appeso all’albero del silenzio”. Smetto di pianificare, accetto le proposte.
Vado avanti a “” a cui non do peso col pensiero, si fanno meno fumosi a sera quando lascio sedimentare e mi dico sorridente: “Ma io?”, anni al controllo per sentire che se mollo un po’ la presa i muscoli si distendono, gli organi interni sono liberi professionisti che sanno lavorare tra loro, e il respiro rallenta.
Ed è con il rallentare che mi stupisco, quando accogli è sempre novità: non mi interessa sapere, mi piace percepire.

Barca, Boayan, gioiellino di sabbia, palme, conchiglie, gira attorno a noi qualche cane, gallo, pollo, mentre un carabao (sottospecie domestica di bufalo indiano) se ne sta solitario nelle sue ombre. Mi sorprende che ad esserci siamo noi e noi, piccoli colombi, ne riparliamo tra dieci anni.

Ci tuffiamo nel mercato dei colori, Ro (mio marito) e un bimbo si danno la mano, lui se la porta alla fronte per tre volte, e si fa benedire a suo modo dall’essere adulto: “God bless you”.
Beviamo latte di cocco e ne mangiamo il frutto, sostanzioso e ricostituente, ce lo prepara un ragazzo dividendo il liquido dalla polpa, in due bustine distinte. 

San Vicente, mercato locale

Esperienza indimenticabile: mangiare da una famiglia che vive in una floating house a Cata, vicina a Port Barton, fra mangrovie e pesce, metro0. Dopo un’ora di barca da San Vicente, ormeggiamo ed entriamo a casa loro, mi sento un po’ intimidita, quasi non vorrei disturbare. Non scrivo di ciò che sta tra legna e travi, anche se la signora ci apre tutte le porte: troppo intimo, un invito a pormi tante domande.

Imbandiscono una tavola luculliana, aragoste da sogno, riso, vongole giganti alla brace, tamilok crudi (vermi che vivono nella legna delle mangrovie, simili alle cappe longhe), alghe naturalmente coltivate da loro, anguria gialla, banane cotte, salse piccanti, ricci. Nel suo duplice significato, bontà genuina.

Stiamo abbracciati in moto, andiamo. 
Noi due.

A regalarsi sempre esperienze, continuiamo a esplorare.

San Vicente in moto

Nel prossimo post:
L’energia pirata
El Nido, Nacpan, Las Cabanas, Maremegmeg beach, Lio

Grazie a Palawan Explore per la collaborazione