Avere il coraggio di essere inattivi aiuta la nostra vita a seguire il proprio corso e a generare idee migliori. Dal fermarsi al concetto di Niksen, dallo spirito thailandese alla noia dei bambini: ciò che possiamo donarci senza nulla togliere. Ecco perché non fare niente almeno un giorno alla settimana fa bene.
La premessa è che sono sempre stata molto attiva. Faccio questo e faccio quello. Organizzo, creo, scrivo, viaggio, cucino, lavoro, incontro gli amici, la famiglia, tutto normale, molte volte di più. Un progetto, un altro ancora, due progetti insieme, tre progetti. E incontro quello che è mio marito, che definire iperattivo-positivo è dire poco.
Poi succede che nel 2017 abbraccio l’Asia e lascio che mi travolga, ed è da lì che è iniziato per me il cambiamento che mi ha portata a saper prendermi il tempo per non fare niente. “Tempo sprecato, perché potresti fare…” No. Per me è il tempo dell’oro.
Tra i 19 e i 25 anni ero appassionata di Londra e del modo veloce dei londinesi di saper gestire tutto, flash e smart. London calling, almeno una volta all’anno. Fai adesso, non rimandare a domani.
I thailandesi, invece, mi hanno insegnato che se non lo puoi fare oggi, lo farai domani. Semplice, come ogni giorno inizia e finisce. Dove si trova il tempo per l’essere?
Nel 2018 ho formalizzato una proposta di cambio di contratto di lavoro, da full time a part time. “Ma avrai lo stipendio dimezzato…” Circa, sì. Ma il tempo solo per essere? Non ha prezzo. Quando amici e amiche mi chiedono un consiglio se accettare o meno una proposta di lavoro, che sia un’offerta da dipendenti o una collaborazione come liberi professionisti, li invito a riflettere sempre sul tempo che avranno a disposizione solo per il loro essere. (Mentre scrivo questo post, mi sto riferendo a tutta una cerchia di persone a cui comunque piace ciò che fa, non entro nemmeno nel merito, ora, di chi fa un lavoro che non gli piace).
La pandemia in atto a livello universale ci ha fermati. In tantissimi hanno sofferto del “Che faccio adesso?” Stai. Prendi questo momento per ascoltarti, per sentire ciò che sta attorno a te, per viverti il presente senza togliere tempo e spazio alla tua vita. È la tua vita ora. Non ti eri nemmeno accorto di avere quel neo, magari.
Anche il concetto olandese di Niksen ci incoraggia a prenderci il tempo a non fare niente. “Anche quando non facciamo nulla, il nostro cervello elabora le informazioni e può utilizzare questa potenza di elaborazione disponibile per risolvere i problemi in sospeso“, l’ha spiegato Ruut Veenhoven, professore di Sociologia dell’Università di Rotterdam, in un’intervista rilasciata al Time. Ha detto anche che un aspetto dell’arte di vivere è quello di scoprire quali sono i modi per rilassarsi che più si adattano a noi, ma non esiste un approccio unico per tutti.
Il nostro sistema immunitario si rafforza se rallentiamo i ritmi.
Per cui ho deciso che almeno un giorno alla settimana non faccio nulla. Che non significa che me ne sto a letto a contemplare il soffitto per 24 ore o che non mi lavo, non mi vesto, non mangio, e soprattutto, che chiudo gli occhi al mio essere madre (impossibile!). No. Anzi, tutto questo lo vivo con la qualità che si merita e che mi merito. Mi lavo e mi vesto con calma, mangio con lentezza, e ascolto il silenzio. È il respiro che mi guida. Mi ritrovo a leggere un libro o a sistemare le piante in giardino per ore, “Quindi qualcosa lo fai?” Sì, ma in uno stato meditativo che vive il momento senza pensare. La mente è sgombra. Libera.
Ci sono i piatti da lavare, la lavatrice da fare, i pavimenti da pulire, gli asciugamani da cambiare, le chat a cui rispondere… Bene, domani. Oggi è quel giorno in cui mi rilasso e se stare sul divano a non fare niente mi annoia, bene. Perché dalla noia possono arrivare meraviglie. Dal dolce far niente s’incontra l’otium creativo degli antichi romani, quel tempo libero in cui ci si può aprire alla dimensione creativa. I bambini ne sono l’esempio. Quando si annoiano, perché non hanno stimoli che arrivano dall’esterno, stanno con quello che c’è, assaporando il presente, e creano.
Quel giorno alla settimana che scegliamo, può variare, ma cerchiamo di viverne appieno almeno uno, deve permetterci di entrare in un’area nostra totalmente libera dallo stress. Da qui l’immagine che ho scelto per questo pezzo, una foto che ho scattato in un centro yogico nelle Filippine.
Solo ora capisco quella compagna di stanza tedesca che, mentre soggiornavo a Mosca per una Summer School, puntualmente una volta alla settimana mi diceva: “I need a lazy day“. A me sembrava impossibile sentire la necessità di stare in camera quando fuori c’era una città enorme da scoprire e mille cose da poter fare, ma mi è capitato negli ultimi viaggi lunghi di avere lo stesso bisogno, come fermarmi un po’ di ore a leggere in un bar davanti ad una tazza di tè. Stando, trovo che anche il viaggio si assapori meglio.
Mentre ho scritto questo post ho bevuto una tisana alle erbe di montagna: melissa limoncella, ortica, menta piperita, menta suaveolens, salvia e fiordaliso da agricoltura biologica.
Un bagno rinfresca il corpo, una tazza di tè lo spirito.
Proverbio giapponese