Il quinto appuntamento per Viaggiare Dentro è con Marta Tudisco, siciliana, con radici d’acqua, che appartengono al mondo. Ha vissuto per tanti anni fuori dalla sua terra natale: a 18 anni ha lasciato Catania per Venezia, dove ha studiato Lingue.
In seguito, ha vissuto per due anni a Verona per concludere gli studi con la Magistrale in Editoria e Giornalismo.

Il richiamo di Venezia e il suo sconfinato amore per questa città l’hanno riportata da lei dove ha vissuto, esplorando il mondo della comunicazione in lungo e in largo. Ha lavorato come articolista, portavoce, addetta stampa, Digital PR, Social Media Manager fino al 2018, quando le sue radici hanno cominciato a vacillare in direzione di un altro grande amore: Londra.

Attualmente vive a Londra da quasi tre anni. In questo periodo, ha avuto modo di aprirsi alla varietà di culture e punti di vista che questa città può offrire. Ha lavorato come Waitress e Floor Supervisor in alcuni prestigiosi ristoranti della città, imparando tantissimo e divertendosi altrettanto – “Sì, è un lavoro che ti spacca la schiena, ma ti dà modo di conoscere persone da ogni parte del mondo … e quindi una scusa per fare un viaggio e andarli a trovare!“.

Di Londra ci racconta che non è una città facile in cui vivere, ti dà davvero tantissimo filo da torcere, e lei l’ha imparato a sue spese. Quando ha avuto l’opportunità di rientrare nel mondo del marketing e di lavorare per un’agenzia di PR in centro città, ha scoperto l’altra faccia della medaglia, il lato competitivo ed estremamente spietato di una cultura che sembra aperta, disponibile e inclusiva, ma che in realtà appena ha l’opportunità di pugnalarti alle spalle lo fa senza troppe cerimonie. Poi, sicuramente, ci sono tantissime esperienze positive, ma la sua – purtroppo – è stata questa.

In un momento particolarmente buio, in cui prevalevano depressione, insicurezza, disturbi d’ansia e attacchi di panico, ha cominciato a intraprendere il mio viaggio interiore. L’aiuto della psicoterapia è arrivato proprio nel momento giusto, salvandola da una vera e propria discesa nell’oscurità. Qualche mese dopo, nella sua vita è entrato anche lo yoga, che le ha permesso di accedere ancora più profondamente a una spiritualità che credeva ormai perduta.

Dall’incrocio di questi due percorsi, ha maturato una consapevolezza maggiore su se stessa, sui suoi talenti, sulle scelte che aveva fatto fino ad allora e che avrebbe fatto da lì in poi. Ha deciso di lasciare il lavoro in agenzia, si è licenziata anche dal ristorante e si è dedicata completamente alla sua crescita personale e spirituale, allo yoga, alla scrittura (che ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella sua vita) e allo sviluppo di tutti quei progetti che fino ad allora aveva tenuto da parte per paura di fallire.

Qual è l’ultimo viaggio che hai fatto?
Ho avuto la possibilità di rientrare in Sicilia dalla mia famiglia la scorsa estate. Credo che questo momento di riconnessione con le mie radici fosse non solo lungamente atteso, ma necessario a consolidare le basi per proseguire nel mio viaggio interiore. Di questo viaggio, porto nel cuore un pomeriggio di metà settembre, alla playa di Catania quasi deserta. Le gambe a mollo, l’Etna che fumava di fianco a me. Lo sguardo fisso sull’orizzonte e d’improvviso questa sensazione travolgente di abbondanza e gratitudine. “Sono viva e faccio parte di questa meraviglia. Io sono Natura!”, sentivo vibrare dentro di me. Ho viaggiato tanto, non quanto avrei voluto negli ultimi anni, ma non ho mai provato una tale sensazione di connessione con l’Universo.

Come hai vissuto l’assenza di viaggi durante il lockdown?
Terribilmente! Io, poi, sono sempre stata un’anima ribelle, in perenne movimento. Sempre pronta a migrare, a viaggiare verso nuovi lidi non appena il richiamo del vento del Nord si fosse fatto sentire (un po’ come nel film Chocolat!). Ad aprile del 2020, avrei dovuto intraprendere un viaggio di sette tappe in couchsurfing, che mi avrebbe permesso di visitare alcuni dei posti che sono da sempre nella mia bucket list, tra cui Santorini e Lisbona. Inutile dire quanto leggere la scritta “Volo cancellato”, per sette volte, mi abbia mandata in tilt – anche perché non amo particolarmente gestire l’imprevisto. “E adesso?” Adesso si intraprende un viaggio su un’altra dimensione: quella interiore. Ho imparato a restare, a non fuggire, a non cercare le risposte fuori, ma ad ascoltarle dentro. Tutto quello di cui avevo bisogno, in quel momento, non lo avrei trovato da nessun’altra parte. E in questo senso, forse, sono grata alla pandemia proprio perché mi dato l’insegnamento più grande: stare con quello che c’è! 

Pratichi Yoga da molto tempo?
On & off da quasi due anni, ormai! Ma il mio primo incontro con lo yoga è avvenuto nel 2014, quando una mia carissima amica (TU! ndr.) mi ha trascinata all’Open Day di uno studio di Mestre. A quei tempi, forse, non ero ancora del tutto pronta per accogliere tutti gli insegnamenti che invece, con una maturità e una consapevolezza diverse, sto ricevendo adesso. Per me, poi, la pratica dello yoga non si limita alla semplice esecuzione degli asana, ma rappresenta uno stile di vita in grado di guidarci attraverso la piena coscienza di sé stessi. 

Come ti aiuta lo Yoga a vivere il presente con serenità?
Ricordandomi che, finché respiro, sono viva, e questo è tutto ciò di cui ho bisogno! Molto spesso lo diamo per scontato, ma il respiro può dirci davvero molto sul nostro stato di salute interiore. Quanto portiamo l’attenzione sul respiro, impariamo ad ascoltare, ad osservare senza giudizio i nostri moti interiori. Il respiro ci rende consapevoli su ciò che accade in questo momento, perché il presente è tutto ciò che abbiamo, il qui e ora è il luogo in cui ci troviamo, sempre. Eckart Tolle, nel suo libro Il potere di adesso, dice che il tempo è solo un’illusione dell’Ego: il passato è un attimo presente che abbiamo già vissuto, mentre il futuro è un presente che ancora non c’è, ma che esiste solo nella nostra mente. Viviamo solo di attimi presenti.

Questo non significa respingere o bloccare i nostri pensieri, non è questo che insegnano lo yoga o la mindfulness. Occorre osservarli e dire: “OK, mente cara, sono in ascolto: dimmi quale sarà il prossimo pensiero!” E lì, notiamo una cosa straordinaria: una volta che siamo attenti e consapevoli tutto si quieta, portandoci in uno stato di calma e serenità. Dallo yoga ho imparato proprio a creare questo stato di attenzione e di apertura che cerco di mantenere sempre costanti.

Allo stesso tempo, la pratica degli asana mi permette di sfruttare il movimento del corpo per liberare e rimettere in circolo energie che dentro di me sono bloccate, per accoglierle e accettarle in modo non giudicante. Sfatiamo un grande mito? Non è vero che chi pratica yoga non sia mai esposto a sentimenti negativi, come la rabbia, la paura o l’incertezza. Queste sensazioni fanno parte del bagaglio umano di tutti e non è respingendole che impariamo a gestirle quando – inevitabilmente – si presenteranno.

L’ascolto interiore che lo yoga insegna a praticare mi h portato a fluire armoniosamente tra le due polarità, integrando gli aspetti di ciascuna nella mia vita quotidiana. Così, quando la rabbia, l’ansia o la paura tornano a bussare, faccio un respiro profondo, guardo dentro e cerco di risalire alle origini di quell’emozione per poi lasciare che faccia il suo decorso naturale. Questo mi ha consentito, soprattutto in lockdown, di vivere i momenti di sconforto con una consapevolezza maggiore e di accettarli come attimi di passaggio, assolutamente normali. 

Qual è l’elemento che senti più vicino a te?
Essendo Bilancia, sono un segno d’aria e mi ritrovo al mille per mille in tutti gli aspetti di questo segno volatile ed espansivo. Tuttavia, il mio elemento prediletto è l’acqua. La ritrovo nelle mie radici natie – la Sicilia – in quelle adottive – Venezia – e la ricerco ovunque io mi muova – Londra è comunque bagnata dal Tamigi, lambita dai venti del Nord e molto vicina al lato costiero della Gran Bretagna.
Qualche mese fa, una mia amica aprì i miei registri Akashici  (le memorie universali di ogni forma vivente su questo pianeta) e le dissero che in una mia vita precedente ero stata una figlia di Atlantide. Questo spiega anche perché il mio animale preferito è sempre stato il delfino e perché sogno il mare tutte le notti .

Quando pratichi?
Sono una creatura lunare, quindi risulto molto più attiva nella seconda parte della giornata. Contravvenendo alla regola secondo cui si dovrebbe praticare al mattino presto, perché il corpo è più energico ed è più facile controllarne i movimenti, io preferisco le pratiche pomeridiane o serali. Pratico principalmente yoga dinamico (vinyasa, ashtanga), ma cerco di rimanere sempre in ascolto e fornire al mio corpo il movimento di cui ha bisogno, senza escludere pratiche calmanti o restorative. 

Raccontaci un po’ del tuo modo di “Viaggiare dentro”
Per me, viaggiare dentro significa fare ogni giorno qualcosa che nutra il mio corpo e la mia spiritualità. Quando purifico i miei cristalli, nelle notti di Luna Piena, o quando scrivo le mie intenzioni e le brucio nelle notti di Luna Nuova, sto in qualche modo nutrendo una sacralità antica e profonda che ha viaggiato attraverso di me per diventare manifesta. Quando mi siedo in meditazione, ad occhi chiusi e con i cristalli tra le mani, mi immergo in me stessa. Esploro le sensazioni che pervadono il mio corpo, fino al raggiungimento dello stato meditativo, dove finalmente mi riconnetto con l’energia dell’Universo.

Quando interrogo i tarocchi per fare luce su situazioni a me poco chiare, viaggio attraverso i simboli degli arcani per comprendere meglio le energie che si agitano dentro di me. Lo yoga fa da ponte, permettendomi di accedere, attraverso il movimento del corpo, alla mia interiorità. Quando pratico, sto permettendo al mio corpo di aprirsi, al respiro di creare spazio per il nuovo, alla mente di rimanere concentrata e al mio cuore di tenere tutto in perfetto equilibrio. Tutto questo, per me, è viaggiare dentro. 

 
Quando si potrà tornare a viaggiare liberamente, dove andrai? Perché?
Bella domanda! Sto valutando tantissime mete e in alcune di queste vorrei fermarmi per più di qualche mese. Il richiamo del blu – del mare! – è fortissimo, quindi sicuramente Santorini sarà una delle prime destinazione. Sogno quelle case bianche dai tetti blu da quando ero una bambina! Per rimanere in tema blu (sorry, è il mio colore preferito!), vorrei tanto visitare Chefchaouen in Marocco.

Da quando l’ho scoperta sento di doverci passare almeno una volta nella vita! Barcellona ha sempre esercitato un fascino mistico su di me. Ci sono già stata un paio di volte, ma ultimamente l’Universo mi sta lanciando segnali abbastanza chiari, quindi sto valutando di trascorrere lì la stagione estiva – Covid permettendo! C’è poi l’Oriente, l’irresistibile richiamo dell’India, della Thailandia e di tutte quelle terre lontane che rischiano di scomparire sotto il peso schiacciante dell’occidentalizzazione. Sogno di diventare insegnante di yoga, un giorno, quindi l’India sarà una meta obbligatoria, oltre che frequente 🙂 

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